Retroscena

Nessuno vuole l'ultimo Babbo Natale

Michael Restin
2.4.2025
Traduzione: Alessandra Ruggieri De Micheli
Immagini: Michael Restin

È l'ultimo della sua specie. Dimenticato, disprezzato e non mangiato. E ora stanno arrivando i coniglietti di Pasqua – un boccone amaro da ingoiare per il buon vecchio Babbo Natale di casa nostra.

È arrivato fiero e colmo di speranza. Non era solo, ma accompagnato da unità speciali in un pacco da cinque. Insieme ai suoi fratelli, avrebbe dovuto far brillare gli occhi di bambine e bambini durante il freddo periodo natalizio. Era pronto a farsi strappare il manto rosso dal suo corpo cavo e a farsi staccare la testa a morsi. Invece, è stato lasciato a terra, ignorato, umiliato e solo.

L’ho notato settimane fa, rannicchiato in un angolo della stanza di mio figlio. Se ne stava lì, con un’aria stoica e un sorriso ottimista ancora stampato in volto, stringendo il suo sacchetto come se attendesse con dignità il proprio destino. Immobile, paziente, osservava mentre io raccoglievo l’ennesima manciata di cartacce di dolci spuntate da sotto il letto.

L'ho protetto solo dai primi raggi di sole più intensi dell'anno, altrimenti l'ho lasciato al suo destino, cioè quello di non essere nemmeno la seconda scelta. Non è servita a nulla neanche la scritta Lindt dorata sul cappotto. Se fosse stato una pallina di cioccolato Lindor, non avrebbe fatto in tempo a invecchiare tra noi. Ma lui voleva entrare nel business del Natale.

Essere ignorati è una cosa. Ma i bambini hanno anche posto delle domande spiacevoli: c'è olio di palma? E il cacao è commercializzato in modo equo? Ebbene, come le sembra, signor Babbo Natale? I tempi sono cambiati. Posso capire che un vecchio omino di cioccolato su cui si sta lentamente formando della patina bianca, non riesce più ad avere molto successo sui miei figli.

È iniziato tutto in negozio: accanto a lui e ai suoi fratelli sullo scaffale non c'erano altro che Hipster abbronzati dalle lunghe barbe curate al burro di cacao di prima manifattura, oltre a personaggi ecologisti muniti di certificazioni bio e di commercio equo e solidale e a giovincelli vestiti in modo stravagante a pois multicolor. Seppur fossero del tutto inadeguati e per nulla professionali, sono stati acquistati e mangiati.

Un tempo, tutto ciò non sarebbe mai successo. I giovani di oggi non hanno alcun rispetto per la tradizione. Ma su una cosa hanno ragione: l'abito non fa il monaco. E la buona cioccolata è disponibile in tutte le forme possibili, 365 giorni all'anno.

Ecco perché lui e i suoi fratelli continuavano a starsene lì in piedi sulle loro gambe di burro di cacao, preoccupandosi di dover presto essere fusi in coniglietti di Pasqua. Per quanto tutte le associazioni del settore neghino categoricamente questa voce, deve esserci qualcosa di vero.

E sono tanti, tantissimi. Solo in Germania se ne fabbricano circa 240 milioni e in Svizzera circa 20 milioni. Un colpo al cuore per il buon vecchio Babbo Natale.

Il nostro Babbo Natale è stato messo in vendita come cioccolato fondente, ma almeno non lo lascia trasparire l'amarezza. Io però ora ne ho abbastanza. Ho mangiato i suoi quattro fratelli a marzo. Prima di prendermi un coniglietto, devo passare da lui. Uno per tutti, tutti per uno.

Io, uomo bianco di mezza età, ho pietà del buon vecchio uomo di cioccolato e farò sì che il suo destino si compia.

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Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.


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