Retroscena

Uno sguardo alla vita di una drag queen

Natalie Hemengül
2.10.2019
Traduzione: Leandra Amato
Immagini: Thomas Kunz

Vitor è un uomo riservato, Victoria una donna estroversa. Eppure sono la stessa persona.

Victoria posa fiduciosa nel suo abito trasparente per la macchina fotografica. Il tessuto color pelle si adatta perfettamente alla sua silhouette e gli stivali di vernice nera le slanciano le gambe già sottili. Innocente, gioca con la ciocca bionda di capelli tra le dita mentre lascia scivolare la sua giacca di pelliccia sintetica dalla spalla sinistra. Per un attimo dimentico che c'è un uomo sotto tutto quel trucco artistico.

Vitor Hugo Souza è un drag artist e creatore della figura artistica Victoria Shakespears, la sua controparte femminile, come lui stesso la definisce. Oggi, il fotografo Thomas Kunz ed io abbiamo la possibilità di partecipare alla sua trasformazione da uomo a donna.

Sogni da adolescente

Guardo i miei piedi. Indosso delle pantofole rosa, decorate con piume. «Ecco, queste potrebbero andare bene per te». Vitor ne consegna un paio anche a Thomas. Taglia 42. C’è profumo di torta nell'aria. «Spero che abbiate fame». Vitor ha cucinato apposta per noi. Sembra timido. Timido e allo stesso tempo molto affettuoso.

Lo seguiamo in soggiorno. Sul tavolino accanto al divano c'è una foto incorniciata. «Quello sono io da piccolo con la mia bisnonna e i polli. All'epoca, vivevamo ancora in Brasile», spiega Vitor. All'età di tredici anni ha lasciato la sua patria insieme alla madre. «Non è stato facile lasciare i miei amici. Ho dovuto ricominciare da zero in Svizzera, imparare una nuova lingua. Ecco perché mi sentivo così solo da adolescente. È stata dura. Con il senno di poi, so che quel tempo mi è stato utile per svilupparmi». A quel tempo ha trovato supporto nella musica di vari artisti pop. «Mi hanno dato la forza di non arrendermi mai ed essere me stesso». E questo è Vitor, oggi più che mai. Lui stesso.

Nel tempo libero si veste da donna e si esibisce come Victoria Shakespears. Per il suo nome d'arte, l’esile 25enne modifica leggermente il suo nome di battesimo. Shakespeare, abbinato a un po’ di stile Britney, fornisce la porzione necessaria di dramma, amore e recitazione. Aspetti che si ritrovano anche nella sua passione per le telenovelas brasiliane. «Il mio io drag impersona una principessa pop con un tocco latinoamericano», spiega.

«A scuola, la maggior parte dei ragazzi aveva un supereroe preferito. Io invece avevo un debole per le dive pop come Britney Spears e Mariah Carey. Volevo essere come loro. Con il personaggio di Victoria Shakespeares, posso finalmente vivere questa fantasia."

Vivere di fantasie non sembra essere concesso a tutti. Due mesi fa, Vitor ha debuttato al «Bar Rouge» di Basilea. «Da allora ricevo su Instagram messaggi di uomini che sognano di essere delle drag queen. Ma per paura della reazione delle loro famiglie e dei loro amici, non lo fanno». Un problema che Vitor non ha.

«Il mio ambiente sociale mi sostiene. Specialmente il mio fidanzato. Lavora a Londra per il teatro, le persone travestite fanno parte della sua quotidianità».

Ma sui social media, Vitor riceve anche commenti d’odio. «Queste persone hanno un'idea di come devo essere da uomo. Il paradosso è che le stesse persone mi scrivono privatamente e mi mandano foto di loro stesse nude. Uomini con rabbia repressa, provenienti da culture dove non c'è posto per il mio stile di vita. Interpretano il ruolo di apostoli morali nel mondo esterno, ma in segreto vorrebbero vivere appieno la propria vita». Vitor sottolinea che, nonostante tutto, ha avuto finora esperienze prevalentemente positive e ha riscosso un grande consenso. «Sfortunatamente, i media di solito riportano solo gli episodi negativi».

La strada verso Victoria

Non c'è spazio per la negatività nel suo monolocale rosa. Un'ampia porta doppia aperta nel soggiorno offre una vista della sua camera da letto e dell'enorme specchio frontale. Qui, alla sua toletta, avviene la trasformazione di Vitor. Sul pavimento accanto al letto c'è un orsacchiotto di peluche molto grande. Sembra voglia assistere insieme a noi alla trasformazione di Vitor in Victoria.

Prima di uno spettacolo, Vitor sa esattamente come truccarsi e quale dei suoi abiti indossare per il palco. Oggi vuole sperimentare. Con estrema tranquillità, passa un bastoncino di colla Pritt sulle sopracciglia più e più volte. Poi pettina con cura i peletti scuri e appiccicosi verso l'alto con un pennello. Si chiama «Brow Blocking». «Questo renderà le mie sopracciglia più facili da truccare e farle sparire otticamente». Gli permette di dipingere e riposizionare le sopracciglia in una forma e colore diversi.

Not a boy, not yet a woman

«Il trucco mi rilassa. È una specie di terapia. Ecco perché mi piace dedicare molto tempo a questa attività», spiega con notevole entusiasmo. Il trucco degli occhi necessità di più tempo. Grazie a diverse tonalità di lilla, dà più intensità allo sguardo, pennellata dopo pennellata. Con una matita kajal bianca, i suoi occhi blu-verdi sembrano più grandi. Al primo set di ciglia finte attaccate ne segue un altro. Ogni movimento è perfetto. Sta diventando sempre più caotico intorno a noi. Palette di ombretti colorati e pennelli usati si accumulano sul letto. Vitor, invece, sembra ancora più concentrato.

«Già da bambino, mi chiudevo in bagno e giocavo con i trucchi di mia madre». Il divertimento diventa passione. Per questo motivo, dopo la sua formazione alberghiera, ha frequentato una scuola di trucco, trasformando il suo hobby in una professione. Per cinque anni ha lavorato come Make-up Artist e Counter Manager per un grande marchio di make-up, fino a quando ha deciso di iniziare un nuovo capitolo come «Lash & Brow Stylist» presso lo studio cosmetico di sua madre. Mentre mi parla della sua carriera, noto che qualcosa è cambiato, ma non riesco a cogliere del tutto questa sensazione – Vitor invece sì: «Una volta truccati i miei occhi, nello specchio vedo già più Victoria che Vitor».

Si apre il sipario

«Quando sei sul palco sotto i riflettori, la tua opera d’arte deve reggere», mi spiega, mentre lavora sulla sua pelle con il trucco resistente al sudore. Con un colore a crema scura e polvere chiara, aggiunge più dimensione al suo viso strato dopo strato, creando nuovi contorni. I suoi tratti morbidi del viso appaiono ancora più femminili. «Ecco la differenza rispetto al trucco convenzionale. Nel drag si può anche esagerare. La pelle non deve avere l'aspetto di pelle da vicino. La cosa importante è che il look abbia effetto a distanza».

Sul palco Vitor canta in playback, chiamato anche «Lip Sync». Un’arte di performance che ha un posto fisso nella cultura drag. «Naturalmente, ci sono anche artisti che cantano dal vivo o che fanno commedia. È permesso tutto ciò che intrattiene il pubblico». Vitor ha diversi modelli: «Nella mia infanzia, a circa cinque anni, la drag queen brasiliana Vera Verao ha avuto una particolare influenza su di me. Era alta quasi due metri, senza parrucca e molto autentica. Mi piaceva. Ma a quel tempo non sapevo cosa fosse il mondo drag. Pensavo solo che fosse divertente e non vedevo l'ora di vederla in TV ogni sabato pomeriggio». Eppure Vitor non si paragona ai suoi idoli.

«Nel drag, ogni queen è unica per stile, talento e personalità. Non ha senso competere con gli altri».

Il termine «travestito», un tempo ampiamente utilizzato, non è più contemporaneo perché ha una connotazione negativa, spiega Vitor. Questo è il motivo per cui oggi distinguiamo specificamente tra drag e transgender. «Una drag queen è un uomo che si traveste temporaneamente da donna e passa da un sesso all'altro attraverso il cross dressing. Le persone trans, invece, si ritrovano nel corpo del sesso sbagliato e desiderano avere un adeguamento sessuale».

Mentre Vitor indossa la parrucca, è molto calmo. Silenzioso e concentrato, preme l'attaccatura dei capelli con l'estremità appuntita di un pettine contro la pelle per attaccarla. Guardando più da vicino, nella parrucca si vedono punti di saldatura delle extension – proprio in stile Britney. Io e Thomas ci prendiamo il tempo di dare un'occhiata nell'armadio di Vitor.

In una borsa sportiva nera, ci imbattiamo in una pila di riviste, tutte adornate da Britney. Un'altra borsa è piena fino all'orlo di Barbie. Troviamo anche due piccoli armadi giocattolo. «Da bambino, non mi era permesso giocare con le Barbie. Mio padre me lo vietava. Ecco perché giocavo di nascosto con le bambole di mia sorella. Dopo il mio outing a 18 anni, ho comprato la mia prima Barbie», ci racconta più tardi. All'interno del suo armadio a muro c’è un poster di Mariah Carey. Il visual nasce dalla collaborazione con MAC Cosmetics. «La collezione è stata rilasciata nel dicembre 2016». Per tutta la giornata, Vitor mi impressiona sempre di più per il fatto che può nominare il mese e l'anno in cui si sono svolti vari eventi così, su due piedi.

Nel frattempo la parrucca è ben posizionata. Vitor non c’è più. Victoria ha preso il suo posto.

Ci conosciamo?

«Tu chi sei?» Victoria pone questa domanda ridendo e guardandosi allo specchio. «Ho la sensazione di non conoscere affatto la persona nello specchio», aggiunge più seriamente. Vitor ha sostituito la sua natura riservata con il carisma sicuro di sé di Victoria. L'espressione del viso è controllata, la postura improvvisamente dritta e la voce più alta. E qualcos'altro è cambiato: il mio uso del linguaggio. Senza pensarci, uso aggettivi femminili in relazione a Victoria.

Manca solo l’outfit. Victoria deve prima mettere in forma il suo corpo. Dall'armadio prende due boxer imbottiti e stretti, per dare forma al didietro. Indossa tre collant color pelle per nascondere le mutandine push-up. Infine, aggiunge un ultimo paio di collant a rete, con pietre scintillanti. «Esistono anche imbottiture per i fianchi da indossare sotto i vestiti e creare una vita sinuosa. Personalmente, mi piace il look androgino». Copre i capezzoli di glitter perché il suo primo abito è trasparente e non ha voglia di indossare un reggiseno sotto.

Ma cosa succede alla «parte maschile»? Utilizzando due scatole rotonde di polvere e un pennello, Victoria ci mostra come utilizza un elastico per capelli e del nastro adesivo per rimuovere il suo arto per i suoi spettacoli. Si chiama «Tucking». In italiano: collocare, sistemare. È necessario soprattutto quando indossa un body stretto. «È importante essere ben rasato prima di attaccare il gioiello all'indietro. Altrimenti la rimozione del nastro adesivo termina in una ceretta involontaria. Esiste anche biancheria intima extra stretta per risparmiarti il fastidio del nastro adesivo. Ma posso indossarla solo se il mio vestito non è troppo stretto e non stendo le gambe durante la mia esibizione». Victoria nota la smorfia di dolore sul viso di Thomas e dice quello che entrambi sospettavamo:

«Drag non è comodo. La seduta è particolarmente scomoda, visto che praticamente tutto il corpo esercita pressione sui gioielli».

Nel frattempo sono passate poco più di cinque ore. Nella sua borsa di scarpe cerca i tacchi corrispondenti. «Too basic», il suo verdetto, dopo essersi guardata brevemente allo specchio nelle sue Calvin Klein color pelle. Opta per degli stivali laccati neri alti fino alle ginocchia. Con queste scarpe io non riuscirei a fare neanche un passo. Victoria, invece, danza tranquillamente sul parquet. Poi si ricorda di aver dimenticato qualcosa e corre via. «Il profumo non può assolutamente mancare. Completa la mia trasformazione», acclama dal bagno.

Show time

Victoria mi intimidisce. Grazie alle scarpe con plateau mi sovrasta di ben 30 centimetri. Si alza dritta, appare tosta e distante. Quasi inavvicinabile. Mentre Thomas le scatta delle foto, io mi siedo sul divano e la guardo sbocciare. Le sue pose sembrano esplodere da una pistola. Victoria non ha bisogno di pause. Ha anche un sacco di idee creative. Un attimo prima si diverte con il suo orsacchiotto, poi sgranocchia provocatoriamente un pezzo di cioccolato.

Cambia abiti e parrucche: con l'abito da sera rosso, la pelliccia bianca finta sulle spalle, la criniera fluente e i tanti gioielli vistosi mi ricorda una Mariah Carey più giovane e fresca. Il suo décolleté non va trascurato. L'ha dipinto su se stessa e l'ha ombreggiato abilmente. A pochi metri di distanza, sembra ingannevolmente reale. Cambio outfit numero due. Questa volta Victoria si getta in un abito glitter. Posa dopo posa. Più a lungo dura lo shooting, più energia sembra avere Victoria. Finiti gli scatti, sembra in ottima forma. Canta, balla sulle note di musica pop adolescenziale in sottofondo, si esibisce e ride mentre mettiamo via le nostre cose.

Victoria insiste per accompagnarci alla stazione. È la nostra opportunità di osservare come reagiscono le persone che la vedono per strada. Per questo si infila un paio di pantaloni borchiati con strass che ha cucito da sola e li combina con un reggiseno luccicante e una giacca in denim. Anche se ho già passato ore con Victoria, non posso toglierle gli occhi di dosso. La gente per strada la osserva. I loro sguardi sono attaccati alla visione femminile al nostro fianco. E mentre la curiosità si riflette sui volti dei passanti, Victoria ha un sorriso felice sul suo volto.

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Sono una fanatica estrema di Disney e il mio mondo è tutto rosa e fiori. Venero le serie tv anni '90 e sono devota alle mie sirenette. Se non sto danzando sotto una pioggia di glitter, mi trovi a un pijama party o a incipriarmi il naso. P.s.: con la giusta tecnica puoi conquistarmi. 


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