Cox - or, The Course of Time

Ricco di immagini e raccontato in una prosa vivida di straordinaria bellezza, questo libro è un'incredibile illustrazione del talento di Ransmayr nel conferire a un racconto accattivante un'intensa forza metaforica, anzi metafisica.

L'uomo più potente del mondo, Qiánlóng, imperatore della Cina, invita il famoso orologiaio del XVIII secolo Alister Cox alla sua corte a Pechino. Lì, nel cuore della Città Proibita, l'inglese e i suoi assistenti dovranno costruire delle macchine che marchino il passare del tempo come potrebbe viverlo un bambino o un condannato a morte e che catturino le molte sfumature di felicità, sofferenza, amore e perdita che accompagnano questo passaggio.

Mistificato dai rituali di una società rigidamente gerarchica dominata da un sovrano inimmaginabilmente ricco e simile a un dio, Cox mette in campo tutta la sua esperienza e il suo ingegno per soddisfare i desideri dell'imperatore. Infine, Qiánlóng, conosciuto anche con il soprannome di Signore del Tempo, chiede la costruzione di un orologio in grado di misurare l'eternità, un dispositivo mobile perpetuo. Cogliendo l'occasione di realizzare un sogno a lungo coltivato e di onorare la memoria dell'amata figlia scomparsa, ma consapevole dell'impossibilità del suo compito, Cox si mette al lavoro. Mentre la corte è sospesa in un'estate infinita, infarcita di pettegolezzi maligni sul mostro che questi stranieri stanno creando, gli inglesi si chiedono se riusciranno mai a fuggire dalla loro gabbia dorata. Più che un incontro tra due uomini, uno isolato dal potere e l'altro dal dolore, questa è un'esplorazione della mortalità e una dimostrazione virtuosa del fatto che solo la narrazione può davvero vincere il tempo.