
Retroscena
La seconda vita dei prodotti può essere molto più bella della prima
di Pia Seidel
La sperimentazione animale a fini cosmetici è vietata in Svizzera. Eppure, acquistando un prodotto cosmetico alle nostre latitudini potresti comunque sostenere l’abuso di animali. Un’esperta ci spiega il motivo di tutto ciò e come possiamo evitare che avvenga.
Immaginavo che le foto di sperimentazione animale pubblicati dalla PETA (organizzazione per il trattamento etico degli animali) non fossero facili da digerire. Ma che questa «Galleria degli orrori» – non potrei darle altro nome – sarebbe rimasta appesa al mio stomaco per giorni, no, questo non me lo aspettavo. Giustamente, queste immagini mi perseguitano quando mi guardo allo specchio, quando mi siedo al mio tavolo da trucco o compro prodotti di bellezza online. Secondo Anne Meinert, biologa ed esperta di esperimenti sugli animali presso la PETA in Germania, ogni anno in tutto il mondo centinaia di migliaia di animali vengono maltrattati a fini sperimentali legati all'industria cosmetica. Ad esempio, per effettuare test di tossicità. Si tratta di operazioni e trattamenti che causano dolore, sofferenza e danni all’animale e possono addirittura provocarne la morte.
Per la maggior parte degli animali maltrattati si tratta di topi e ratti. Essendo piccoli, possono essere facilmente stoccati in piccole gabbie. Inoltre, si riproducono in fretta. «Ma anche conigli, cani, gatti, scimmie e altri animali subiscono sperimentazioni e abusi continui. Se non muoiono durante gli esperimenti, vengono uccisi dopo. Cioè quando non c'è più bisogno di 'usarli'», spiega Meinert.
In Svizzera è vietata la vendita di prodotti cosmetici testati su animali. «Tuttavia, per gli ingredienti che non vengono utilizzati esclusivamente per i prodotti cosmetici, la sperimentazione animale può essere richiesta ai sensi dell'ordinanza svizzera sui prodotti chimici», spiega Meinert.
Un'altra scappatoia è l'esportazione in Cina, dove il governo richiede la sperimentazione animale per gran parte dei prodotti disponibili sul mercato. I marchi che mirano all'approvazione per il mercato cinese devono prima testare i loro prodotti sugli animali. Quindi non è detto che un mascara che alle nostre latitudini venduto «senza sperimentazione animale» non abbia causato sofferenze agli animali in un altro paese. «I requisiti legali per il mercato cinese sono molto complessi. Fortunatamente, negli ultimi anni ci sono stati alcuni cambiamenti a favore dei metodi di sperimentazione non animale. A breve, è prevista una modifica della legge che non richiederà più la sperimentazione animale per l'importazione di una determinata categoria di cosmetici. Purtroppo, la decisione sul regolamento è stata rinviata a causa della pandemia di coronavirus», afferma Meinert sulla situazione attuale.
«I test effettuati sugli animali hanno lo scopo di dimostrare la sicurezza dei prodotti e degli ingredienti; eppure, nella maggior parte dei casi, i risultati di questi test non sono in grado di prevedere le reazioni sugli esseri umani. Esistono diversi metodi di sperimentazione non animale che oltre a essere eticamente corretti, sono anche più affidabili e producono risultati rilevanti per l’uomo». Per esempio, le sostanze potenzialmente irritanti invece di essere strofinate sull'occhio di un coniglio, potrebbero essere testate su moderne colture di cellule umane. Ma perché vengono ancora effettuati test di questo tipo? «Il passaggio dalla sperimentazione animale a quella non animale viene tra l’altro rallentato dalla mancanza di fondi, dai lunghi processi di riconoscimento e dalla mancanza di requisiti legali», spiega l’esperta in materia.
Qualsiasi consumatore che voglia evitare la sofferenza degli animali troverà difficile orientarsi tra i numerosi sigilli di certificazione. Ad esempio, i prodotti certificati «vegan» non escludono automaticamente i test sugli animali. Secondo l’esperta, il termine «vegan» non è protetto legalmente. Se vuoi essere sicuro che i tuoi cosmetici vengano prodotti in maniera vegana e senza sperimentazione animale, puoi affidarti al logo «cruelty-free + vegan» di PETA e dare un'occhiata alla lista della pagina web Kosmetik-ohne-Tierversuche.de (in tedesco). Queste aziende hanno assicurato per iscritto che non condurranno, commissioneranno o finanzieranno il 100% della sperimentazione animale in tutto il mondo. Questo include anche i singoli ingredienti dei loro fornitori. Nella lista, i marchi vegani vengono contrassegnati separatamente. Inoltre, qui trovi un elenco di diversi sigilli a confronto. In alternativa, puoi selezionare la Svizzera dalla lista PETA di cosmetica senza sperimentazione animale alla voce «Cruelty-free Product Availabilty by Country». Nella lista di marche e aziende tedesche cruelty-free (in tedesco) troverai anche marchi disponibili in Svizzera.
Molti ingredienti utilizzati oggi sono stati testati sugli animali decenni fa. Un'azienda che utilizza un ingrediente testato in precedenza può essere considerata esente da sperimentazione animale se non conduce né commissiona nuovi test, anche per ingredienti utilizzati in altri settori. Inoltre, non deve sostenere la sperimentazione animale in alcun modo, neanche nel caso di esportazioni verso la Cina, ad esempio.
«Non possiamo cancellare la sofferenza afflitta agli animali in passato, ma possiamo impegnarci affinché sempre più aziende decidano di agire contro le sperimentazioni animali e a favore di una politica aziendale cruelty-free, nonostante la situazione giuridica precaria.
Sono una fanatica estrema di Disney e il mio mondo è tutto rosa e fiori. Venero le serie tv anni '90 e sono devota alle mie sirenette. Se non sto danzando sotto una pioggia di glitter, mi trovi a un pijama party o a incipriarmi il naso. P.s.: con la giusta tecnica puoi conquistarmi.