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«Il tuo cappellino ha un significato particolare?»

Patrick Bardelli
10.7.2018
Traduzione: Leandra Amato

Da quando lavoro da Galaxus mi pongono spesso questa domanda. Per essere chiari: non mi rado la testa perché mi piace. Sono calvo! Quindi indosso un cappellino. Ma torniamo alla domanda: la risposta è sì e no.

Facciamo un passo indietro. All'inizio dei miei trent’anni, i miei capelli mi hanno abbandonato. Una cosa del genere non accade da un giorno all'altro, occorre del tempo. Nel corso di lunghi e dolorosi anni, la mia capigliatura, una volta magnifica, mi ha lasciato ciocca per ciocca. Ad un tratto, ho dovuto guardare la realtà negli occhi: sono calvo.

Gress vs Gross

E adesso? Chiedo al mio parrucchiere di attaccarmi qualcosa sulla testa o faccio tabula rasa? Voglio apparire come Gilbert o come Christian?

Gilbert Gress
Gilbert Gress
Christian Gross
Christian Gross

Scelgo la versione Gross e da allora mi rado ogni due giorni. All’inizio, perdere i capelli può essere una sensazione terribile, ma col tempo ci fai l’abitudine e arrivi al giorno, in cui non puoi più fare a meno della tua calvizie. Questo è il mio caso.

«Il tuo cappellino ha un significato particolare?» No!

Tuttavia, rimane un problema: adesso il mio look è sempre uguale. Se hai i capelli li porti una volta lunghi, un’altra corti, puoi tingerli (per gli uomini: per piacere, evitate le punte bionde), fare i boccoli o fare delle acconciature. La calvizie rimane calvizie. Per questo ho scelto un cappellino: una volta Packers, un’altra Phillies, football o baseball. A volte 9FIFTY Snapback, altre 59FIFTY. Quindi no, in linea di principio il mio cappellino non ha alcun significato particolare, se non il fatto che non mi piace apparire sempre uguale.

Da sinistra a destra, ecco una piccola selezione dei miei cappellini preferiti: Cleveland Cavaliers, Seattle Seahawks, St. Louis Rams, Philadelphia Phillies
Da sinistra a destra, ecco una piccola selezione dei miei cappellini preferiti: Cleveland Cavaliers, Seattle Seahawks, St. Louis Rams, Philadelphia Phillies

Do da Spyda

Un cappellino da baseball come questo è anche un passatempo meraviglioso! Non so quanto tempo occorra allenarsi per questa mossa:

«Il mio cappellino ha un significato particolare?» Certo!

All’inizio degli anni ’90, quando avevo ancora i capelli, ho iniziato la mia collezione di cappellini. Sono gli ultimi dell'epoca Joe Montana come quarterback dei San Francisco 49ers. Ogni tifoso di football americano conosce questo nome. Per tutti gli altri: Joe Montana è uno dei migliori quarterback nella storia della National Football League. Ti chiedi quale sia stato il mio primo cappellino da baseball? Red & Gold of course.

Go 9ers!
Go 9ers!

Da allora si sono aggiunti sempre più cappellini, squadre e tipi di sport. Mi affascinano soprattutto i loghi: gli americani ci sanno davvero fare e, di solito, senza aggiungere fronzoli superflui. Al momento, il mio preferito è questo:

Football and Chees
Football and Chees

Green Bay Packers: campioni NFL, primi vincitori del Super Bowl, il team di punta dell’intera lega. E io mi trovo nel bel mezzo della mia fase verde.

Sì, il mio cappellino ha un significato più profondo per me e rappresenta più di un semplice copricapo.

Più NFL su Galaxus

Dulcis in fundo

Erhardt Koch, immigrato tedesco, fondò nel 1920 a Buffalo New York la «New Era Cap Company». All’inizio l’azienda fabbricava cappellini alla moda in stile Gatsby. New Era ha prodotto il suo primo cappellino da baseball professionale nel 1934 per l’uniforme di casa e di trasferta dei Cleveland Indians. L’azienda a conduzione familiare è leader nel settore sport headwear da ben quattro generazioni.

Il mio prossimo cappellino? Sarà sicuramente questo gioiello degli attuali campioni NBA:

New Era 9FIFTY Team Classic Golden State Warriors Snapback Cap (S, M)
Cappellino

New Era 9FIFTY Team Classic Golden State Warriors Snapback Cap

S, M

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Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.


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