
Retroscena
I costruttori di slitte 3R: dove il legno prende forma
di Michael Restin
Il «Black Hawk» è una bellezza sulle piste da slitta. Sfoggia un look tutto suo ma non solo, è diverso in tutto e per tutto rispetto agli altri slittini sportivi. Una storia basata su idee innovative, vecchi pattini e persone che si rimettono in gioco per tornare in pista.
Durante la presentazione di Alex Truninger in una stanza illuminata da lampade al neon mi sento travolto da termini tecnici: taglio a coda di rondine, rivestimenti piallati, scanalature prefresate. Il 51enne responsabile della produzione ne sa una più del diavolo, parla velocemente e descrive con precisione come viene realizzato uno slittino sportivo, mostrandomi i singoli componenti. Mentre parla una cosa mi è chiara all'istante: quella che ho davanti ai miei occhi non è una slitta qualsiasi e non mi trovo in una semplice officina. Se cerchi una soluzione semplice, sei sulla pagina sbagliata perché il «Black Hawk» di Mach è uno slittino fuori dal comune. Uno slittino diverso in tutto e per tutto.
Viene assemblato presso la Fondazione Wendepunkt di Oftringen, Canton Argovia, che offre opportunità di integrazione professionale e sociale. Se vuoi produrre qualcosa in questa azienda, sai che le cose andranno diversamente. «Abbiamo una fluttuazione elevata», spiega Truninger, riferendosi al suo team. «Appena qualcuno trova lavoro, abbandona la nave».
Questo è in linea con l'idea di lavoro della fondazione. E cioè quello di aiutare le persone che, per vari motivi, sono state buttate fuori strada a rimettersi in gioco e trovare il modo di ritornare in pista. Per farlo, hanno bisogno soprattutto di sostegno. Un ambiente positivo in cui ogni persona può dare il meglio delle sue capacità e concedersi le pause di cui necessita: «Chiunque, per motivi psichici, fosse in grado di offrire una produttività limitata, non deve essere messo sotto pressione».
È una sfida per l'abile falegname che parla di «clienti» quando si riferisce ai suoi dipendenti. Deve trovare compiti adeguati alle loro capacità e, se necessario, sviluppare procedure che possano essere gestite e portate a termine senza una formazione specialistica. «Siamo come su un'altalena», spiega sorseggiando un caffè.
Anche qui la pandemia sta complicando la situazione, ma Truninger non ne sembra frustrato. Siamo a metà ottobre e la seconda ondata del Corona non ha ancora travolto la Svizzera a pieno regime. L'uomo è aperto a tutto e sprizza la stessa energia della sua camicia a quadri bianca e blu. Sembra che gli piaccia questa situazione altalenante, che ci fa capire che le persone non devono sempre funzionare come macchine.
Con empatia e meticolosità, trova soluzioni creative affinché la produzione funzioni in modo soddisfacente per tutti i soggetti coinvolti: «Pur essendo sostenibili e sociali, anche noi abbiamo delle scadenze a cui dobbiamo attenerci, nonostante il Covid e tutto il resto».
E così che in questa officina vengono create cornici, sacchetti antideflagranti o appunto slittini sportivi. Davanti a me ci sono pile di tubi in acciaio, teloni da seduta e coppie di pattini in attesa di essere assemblati.
Il «Black Hawk» è un progetto del designer industriale originario di Soletta Yves Aeschbacher, e la sua presenza è percepibile qui in officina anche se oggi non c'è. Le sue idee emergono dagli schizzi progettuali. «Dal punto di vista tecnologico, Yves ha trovato una soluzione geniale», afferma Truninger, che continua a farmi notare dettagli interessanti. Al telefono, il designer che abbiamo tessuto di lodi mi spiega come è nata la collaborazione: «Quando ho prestato servizio civile presso la Fondazione Wendepunkt, mi sono reso conto delle opportunità che ha da offrire questa impresa sociale», spiega Aeschbacher. «C'erano le basi giuste per una collaborazione e ho pensato che il mio progetto di slitta potesse essere un prodotto interessante per i dipendenti».
Il trentenne, che ha studiato design industriale a Basilea, ha iniziato a rivalutare il concetto di slittino tradizionale già sui banchi di scuola. Così, nel corso degli anni, è nato il «Black Hawk». Il materiale e i singoli componenti provengono da tutta la Svizzera per essere assemblati presso la fondazione Wendepunkt. «In questa officina non ci sono impianti ultramoderni», spiega Aeschbacher. «Di conseguenza, abbiamo dovuto agire in maniera creativa e preparare tutto nei minimi dettagli».
Un componente fondamentale dello slittino proviene da Hess & Co. di Döttingen, Canton Argovia. L'azienda produce legno impiallacciato utilizzato negli sci di campioni mondiali come Beat Feuz. Tuttavia, usare questo materiale nella costruzione di slitte, è un'assoluta novità.
«Yves voleva un raggio più stretto ed era impossibile arrivarci con la tradizionale piegatura a vapore del legno», spiega Truninger. «Se è pressato, invece, risulta più stabile a livello dimensionale e formale. È un risultato di precisione che può essere riprodotto in serie, il che è geniale»,
ed è di grande aiuto nel montaggio. «Il tubo d'acciaio applicato durante l'assemblaggio si allinea perfettamente con i fori». Questo slittino sportivo si distingue non solo dal punto di vista estetico. La sua progettazione di base è molto diversa da quella delle slitte tradizionali. Basta dare un'occhiata alla silhouette marcata da pattini dalla forma dinamica che sono sprovvisti delle solite lamine in acciaio. Al loro posto troviamo invece una soletta nera come la pece che ricorda quella degli sci. Ed è proprio la struttura degli sci che ha ispirato Alex Maienfisch.
Il 36enne ex sciatore di competizione sportiva, da cinque anni sotto il marchio Mach produce sci di alta qualità secondo il principio di costruzione a sandwich. Il «Black Hawk» è la ciliegina sulla torta per gli amanti della velocità che vogliono divertirsi su uno slittino Rodel: «I pattini sono dotati di resistenti solette da sci che scivolano molto più velocemente sulla neve rispetto alle tradizionali lamine in metallo», spiega, afferrandone una e mostrandomi come si infila e avvita all'interno del pattino in legno.
Pare che questo slittino basato sul principio strutturale degli sci sia frutto di una lunga pianificazione, eppure il progetto è iniziato per caso: «L'ufficio di Yves sta proprio accanto al mio e un giorno mi ha raccontato la sua idea», spiega Maienfisch. «Siamo finiti con l'essere commercializzati da Mach, ma in realtà è lui l'inventore di tutto questo».
Ora i componenti del «Black Hawk» sono già stati prodotti, trattati e verniciati, ma Truninger precisa che per ottimizzare il processo di produzione hanno dovuto spremere le meningi. Dal serbatoio di verniciatura ottimizzato all'agitatore meccanico extra-lungo, ogni apparecchiatura è stata pianificata affinché i clienti potessero lavorare in maniera efficiente. Aeschbacher ha ideato la costruzione e Truninger ne parla con grande considerazione: «È proprio un tuttofare».
I due sembrano ispirarsi a vicenda. Perché anche Truninger deve essere creativo per poter soddisfare tutti i requisiti del suo team. Basta guardare con attenzione il bordo arrotondato del pattino per capire quanto impegno si cela dietro ogni singolo dettaglio. Usando la fresa giusta, questo lavoretto non è un problema per un falegname. Ma realizzarlo in serie in maniera sicura e precisa è un'altra cosa.
Un problema? «È solo una bella sfida», pensa Truninger mentre inizia a sperimentare una possibile soluzione. Svita le ruote dei vecchi pattini dei suoi figli, acquista dei cuscinetti a sfera e inizia a trafficare con la fresa Daniel Düsentrieb ordinata da Yves. Alla fine, si è costruito uno strumento per dare ai pattini la perfetta levigatura finale. I suoi clienti devono solo farlo scorrere sulle singole parti. «È a prova di bambino!», afferma sorridendo.
Gli slittini freschi di levigatura e verniciatura qui presenti, presto verranno usati per scendere sulle piste della Svizzera. Dallo scorso ano, il «Black Hawk» è disponibile presso varie stazioni di noleggio e ora viene assemblata la versione 2.0. Yves Aeschbacher ha ottimizzato ulteriormente la costruzione della seduta.
«Per uno slittino, sopravvivere a un inverno di noleggio è come sopravvivere a un'intera vita», spiega Alex Maienfisch, l'uomo dietro al marchio Mach. Il materiale viene messo a dura prova, viene spostato continuamente, trattato male e infine sottoposto alle dovute cure di manutenzione. I primi risultati di questo uso continuativo? «Grazie alle solette, i nostri pattini non si arrugginiscono e scorrono meglio sulla neve: riesci a superare gli altri anche nei tratti pianeggianti, evitando di dover camminare».
Il fatto che il «Black Hawk» sia impilabile e di facile manutenzione è un valore aggiunto per i noleggiatori, spiega Alex Maienfisch: «Dopo due anni, basta svitare due viti per cambiare la soletta. Anche questo è interessante per i noleggiatori, che evitano di dover spazzolare regolarmente le lamine d'acciaio».
Prima che gli slittini di seconda generazione possano essere impilati e consegnati, bisogna concludere l'assemblaggio finale. Truninger si è destreggiato ancora una volta per fare scorrere tutto liscio come l'olio. Sul retro dell'officina il tempo sembra essere scandito dal ritmo di un cacciavite a batteria.
Joel e Christian assemblano i singoli pezzi, filano i nastri e fanno in modo che le pile di slittini finiti crescano continuamente in altezza. «Sono aiutanti dell'Esercito della Salvezza: ci sosteniamo a vicenda», spiega Truninger. «Sono compagni di grande competenza».
Necessitano di circa 15 minuti per assemblare una slitta. «Dobbiamo prenderci il tempo necessario per realizzare qualcosa di buono», afferma Christian, un omone allegro con i baffi e gli occhi vispi. Nelle sue mani la slitta sembra quasi un'opera filigranata: «Chissà se reggerà il mio peso. Fungo volentieri da cavia». In officina sbotta una fragorosa risata. Anche Joel, che attualmente sta avvitando il tubo d'acciaio alle parti in legno, sarebbe pronto per un giro di prova: «Mi offro volontario!», afferma mentre finisce il lavoro.
Poi arriva l'ora di pranzo. L'officina si svuota, la polvere si deposita, ma la sensazione iniziale rimane: il «Back Hawk» è molto più della somma dei singoli componenti. Il suo valore radica nella considerazione delle persone e delle loro idee. Si sono generati flussi di pensieri, si sono sviluppati processi e sono stati testati materiali per creare qualcosa di nuovo. Il risultato finale è un prodotto speciale sotto diversi aspetti. Aeschbacher ha rivoluzionato la classica slitta senza perdere di vista il modello tradizionale. E senza ignorare le persone che si impegnano nella produzione di questo slittino innovativo. Anzi, grazie ad esso, alcuni sono finalmente riusciti ad arrivare in cima alla salita e possono finalmente godersi una bella discesa.
Semplice scrittore, doppiamente papà, che ama essere in movimento e destreggiarsi nella vita familiare quotidiana, come un giocoliere che lancia le palline e di tanto ne fa cadere una. Può trattarsi di una palla, di un'osservazione, o di entrambe.